Il Gran Carnevale Maiorese è uno degli eventi che attrae e unisce, grazie alla musica, all’arte e alla tradizione, un numero di visitatori molto ampio.

Nato negli anni ’70 ha vissuto un’ intensa crescita, che lo ha portato alla fama e alla top ten dei carnevali del nostro nostro paese.

Il Carnevale in Italia è costellato da tradizioni antiche, con manifestazioni celebri soprattutto per la loro origine secolare e raffinata. Tuttavia tra le numerose celebrazioni che vantano natali storici riescono a farsi spazio anche eventi più giovanili.

Il Gran Carnevale Maiorese attesta la sua data di nascita nel 1971, grazie all’impegno dei ragazzi della cittadina della costiera amalfitana.

Dopo la  prima edizione non ci volle molto prima che questo carnevale si imponesse. Oggi rappresenta una solida tradizione non solo di Maiori, ma per tutte le realtà della costiera, da Cetara ad Amalfi.

La manifestazione ha stabilito la propria identità, e da allora continua a essere uno degli eventi più attesi della Campania. A pochi anni dal debutto questa manifestazione poteva vantare una solida e convinta rete di organizzatori nonché decine di migliaia di spettatori.

La manifestazione seguì fin dagli inizi la forma tradizionale, prevedendo la classica parata di carri allegorici.

Se all’inizio consistevano in “semplici” rappresentazioni in cartapesta allestite su carri in movimento, grazie al lavoro dei talentuosi artigiani di cui la costiera è ricca, sono divenuti sempre più complessi e spettacolari.

Si sono così trasformati dalle classiche strutture in ferro e cartapesta tanto care al carnevale, a vere e proprie opere d’arte.

In costiera il carnevale ha tanto uno posto speciale nel cuore dei maioresi.  Durante il periodo di preparazione regna un costante clima di festa e attesa, come se già fosse Martedì Grasso.

Il Carnevale dura infatti quattro giorni, partendo dal sabato precedente al Martedì.

Durante il giorno le strade si riempiono di performance di ballo, esibizioni di artisti, contest , animazione per i più piccoli, giostre e di stand di degustazione gastronomiche. Non a caso delle mie esperienze a Maiori ricordo in modo indelebile soprattutto pranzi, cene e feste accompagnati da un numero di portate degne di un re.

Celebri sono i “cuppini”, che in dialetto indica il mestolo per la pentola, ma che a Maiori evoca un’atmosfera intima e calda, poiché rimanda le grandi cene in compagnia dopo una giornata di fatiche.

La sera invece si tengono serate di cabaret, feste in maschera, eventi musicali, premiazioni delle più belle maschere. Non definire festival questa manifestazione risulta in effetti difficile, viste le forze schierate in campo.

L’intento iniziale del Gran Carnevale Maiorese era dunque quello di coinvolgere i paesi della Costiera amalfitana, obiettivo raggiunto anche grazie ad un lungomare notevolmente ampio e pronto ad ospitare sia spettatori che artisti.

Tuttavia, a distinguere il carnevale di Maiori dai precedenti, fu l’idea, ancora oggi vincente, di intendere i carri come rappresentazioni sceniche, veri e propri palcoscenici viventi e mobili, stravaganti, bizzarri, ma realizzati grazie a mesi di studio, preparazione e mano d’opera.

Ciò che si ottiene è una fiesta mobile.  Uno street-show spettacolare e continuo grazie alle coreografie che accompagnano ogni carro, ognuno dei quali caratterizzato da un tema.

I carri allegorici nel corso degli anni hanno vissuto una notevole evoluzione artistica,  grazie a un crescente miglioramento estetico che li ha portati ad assumere un ruolo da protagonista.

Parallelamente Maiori è riuscita a conservare il suo carattere popolare e inclusivo, così che i flussi di pubblico sono aumentati lungo gli anni ’80 e’90. Il successo raggiunto in questi decenni e la risonanza del carnevale sono dovuti inoltre all’unicità e all’ingegnosità con cui ogni gruppo affrontava argomenti insidiosi.
Ancora oggi, molti dei carri costruiti in questi anni si rivelano quantomai moderni e vicini alla nostra società.

Il 1973 con il tema  “Un anno di guai” (1974 sul tema del colera in Campania); “Nasco Anch’io, No Tu No” (sul tema dell’aborto 1976); Amica Terra (tema dell’ecologia, 1984).

Va aggiunto che se nei primi due decenni venivano ingaggiati gruppi musicali negli ultimi anni questi sono stati rimpiazzati dai Dj set e vocalist.

Nella scorsa edizione , 2020,  Lorenzo Jovanotti è divenuto l’emblema del tema assegnato sul neorealismo. Il tema è stato scelto  scelto per omaggiare  Federico Fellini, a cui il cantante ha detto di ispirarsi per quella capacità di fondere il reale e il surreale. Il cantante stesso ha ringraziato attraverso i propri social i “Nuovi Pazzi” ovvero l’associazione che ha  dato vita al carro «Penso Positivo»,  per avergli dedicato un’opera così originale.


La realizzazione dei carri oggi ha raggiunto risultati di assoluta maestria. Le qualità degli artigiani che lavorano ai carri sono di livello eccellente,  se si considera che ancora seguono la tecnica del ferro modellato a mano e carta pesta.

Il progetto ancora oggi è accolto come una grande occasione di aggregazione che rispecchia le tradizioni, l’arte e la fantasia della Costiera Amalfitana.

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