Giuseppe Marco Albano è regista, sceneggiatore e produttore. Vincitore del Nastro d’argento con “Stand by me” (2011) e del David di Donatello con “Thriller” (2015). Attualmente cura la regia del prestigioso Premio Tenco. Tra i riconoscimenti ricevuti: il Premio Massimo Troisi, la Medaglia d’oro UNESCO per il cinema e il Premio Rodolfo Valentino. Per il MAC fest 2022 è il padrino del video contest “La 48H” e presenta il suo libro “Pop corn & Patatine” insieme a Renato Scatà, critico cinematografico e ricercatore presso il Filmstudio di Roma.

Il tema del MAC Fest 2022 è “Solo limoni”, frutto simbolo del territorio campano: quanto conta, nella tua esperienza di regista, il legame con le proprie radici?

Giuseppe Marco Albano: «Per quanto riguarda la mia esperienza, il legame con il territorio è stato fondamentale. Io ho una doppia appartenenza: sono metà pugliese, da parte di mio padre, e metà lucano, da parte di mia madre. In più, sono cresciuto a Bernalda, in provincia di Matera, che tra l’altro è il paese di Francis Ford Coppola. Per me queste origini sono fondamentali: avere radici significa percepire quella nostalgia del distacco con la terra madre. Questo sentimento è fondamentale per gli artisti, i creativi e tutti coloro che cercano di raccontare la vita secondo il proprio punto di vista».

Dal tuo vissuto sul territorio, sei passato a riconoscimenti nazionali e internazionali: vincitore del Nastro d’Argento nel 2012, del David di Donatello nel 2015, rappresentante dell’Italia in Francia nella rassegna Les Nuits en Or nel 2016. Una volta tornato a casa, quali valori hai portato indietro da queste esperienze?

Giuseppe Marco Albano: «Ho avuto la fortuna di ricevere degli ottimi riconoscimenti in Italia e in giro per il mondo, però il legame forte con il mio territorio mi portava sempre a ritornare con uno sguardo più aperto sul mondo, gli orizzonti più spalancati e una marcia in più.

Ma c’era di più: ogni volta che ritornavo al mio paesino di provincia, avevo un riscontro umano con i miei concittadini, che non solo riconoscevano il mio valore, ma mi ringraziavano perché avevo portato fuori dal paese e dall’Italia il nome di Bernarda, il nome della Basilicata. 

I premi, però, non sono tutto: sono materiali. Il nostro lavoro si basa sull’immateriale: esperienze, sentimenti, valori umani, emozioni».

Quest’anno sei padrino del video contest “La 48H”: giovani talenti dovranno realizzare un cortometraggio in 48 ore con Cava de’Tirreni come location. Quale consiglio vuoi dare ai e alle partecipanti? 

Giuseppe Marco Albano: «Sono onorato di essere stato scelto per essere il padrino della 48H e ringrazio il MAC Fest per averlo fatto. E’ bello vedere ragazzi con la mia stessa passione: li ritrovo e li riconosco, così come mi capita quando insegno cinema nelle scuole, accademie o festival. Posso dare consigli ai giovani, spronarli e aiutarli a trovare il giusto modo per vedere le cose. Ma è importante capire, come ripeto quando entro in una scuola di cinema, che io non insegno cinema, posso insegnare ad amarlo. Lo stesso dico ai partecipanti: devono ricercare dentro di loro ciò che vogliono dire e il cinema sarà il mezzo con il quale potranno raccontarlo. 

Il cinema è un passaggio di emozioni: se c’è amore e rispetto alla base, potremo far nascere le cose più straordinarie e trasmetterle agli altri».

Il video contest “La 48H”, organizzato dall’associazione Macass, vedrà giovani talenti realizzare dei cortometraggi in sole 48 ore, con Cava de’Tirreni come location. Che valore ha lo sguardo di questi talenti per le piccole realtà territoriali?

Giuseppe Marco Albano: «In qualche modo, quando cresciamo all’interno di un territorio, subiamo un’abitudine estetica o architettonica, dando per scontato la bellezza del nostro paese. 

Quando andiamo all’estero iniziamo a guardare delle cose nuove e ai nostri occhi arrivano emozioni diverse: ci innamoriamo di strade o paesaggi particolari a cui i nostri occhi non sono abituati e quello ci dà un sentimento differente. In qualche modo, portiamo all’interno di un territorio degli occhi diversi: questo è quello che può fare il festival. 

I cittadini di Cava sono abituati alla sua bellezza e potrebbero non riuscire più a vederla, mentre una persona da fuori la vedrà in modo originale. Ed è per questo che è giusto dare luogo a queste manifestazioni: sono il modo originale per ritrovare la bellezza del territorio. Grazie al MAC fest per questo e per avermi invitato a farne parte!»

Elena Morrone

Responsabile Media Partner del MAC fest 2022

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